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Prep. Atletica

Roberto Pasero

Ex atleta di sci di fondo, ora insegnante di scienze motorie e preparatore atletico si presenta e ci racconta del suo lavoro: un compito complesso che unisce passione, impegno e soprattutto amore per lo sport e per i ragazzi.

La passione per lo sport lo accompagna fin dall’infanzia e dopo molti anni cercando di rincorrere il sogno di diventare un atleta professionista decide di concentrarsi sullo studio per raggiungere il suo secondo obiettivo, la laurea in scienze motorie. Ottiene così il titolo a Verona e decide di proseguire con gli studi magistrali specializzandosi nella preparazione fisica.
Quindi ritorna all’origine, allo Ski College di Pozza, da lui frequentato anni prima, questa volta però in veste di preparatore atletico e insegnante di educazione fisica. La sua carriera inizia con la preparazione fisica di ragazzi e ragazze del gruppo di snowboard e freestyle, poi approda anche nel mondo dello sci alpino, disciplina più simile a quella praticata da lui, lo sci di fondo. La collaborazione con lo Ski Team Fassa lo vede dapprima in veste di preparatore delle categorie baby e cuccioli, ora invece responsabile anche delle categorie superiori, ragazzi, allievi e giovani.

Perché hai deciso di diventare un preparatore atletico? Quali sono i tuoi obiettivi?
Dopo anni e anni di sacrifici ed allenamenti mirati a diventare un atleta della squadra nazionale decide di ricalibrare gli obiettivi “ho deciso di voler trasmettere la mia passione per lo sport, con il mio lavoro desidero comunicare ai ragazzi che lo sport è benessere, sia fisico che mentale”, afferma. “Il mio motore è l’intenzione di trasmettere la mia passione e la dedizione in tutto ciò che si fa. Sebbene lo sci alpino, come il fondo, siano sport individuali attraverso l’allenamento estivo è possibile creare un gruppo, un buon tessuto sociale in cui tutti i membri della squadra possono trovare il loro spazio di crescita e condivisione”. Obiettivi nobili i suoi, che lo spronano a ricercare sempre il meglio per i ragazzi.

Spesso si dice che i ragazzi siano “persi”, che non abbiano riferimenti o esempi validi, ti ritieni un punto di riferimento per loro?
Il mondo dei social ha tristemente allontanato i ragazzi dalle realtà sportive, facendo credere loro di poter ottenere qualsiasi cosa senza il minimo sforzo, semplicemente pigiando un bottone, o meglio, aprendo l’app giusta. “In quanto insegnante e preparatore atletico mi è capitato molte volte di vedere ragazzi in età adolescenziale perdere la motivazione e decidere di abbandonare gli sport”. Roberto parla di una vera e propria “involuzione motoria”, di perdita degli obiettivi e dello stimolo a proseguire con lo sport. “Se da piccoli la motivazione a praticare sport, e soprattutto lo sci alpino, proviene dai genitori, è compito di noi adulti attivi nel settore dare ai ragazzi i mezzi per rinnovare la motivazione”. Grazie al suo impegno e lavoro Roberto è riuscito più volte a “riportare i ragazzi sulla giusta strada”: talvolta proponendo un nuovo sport o semplicemente aiutandoli a rivedere i loro obiettivi e a trovare compromessi invece di rinunciare all’attività. “Io stesso ho dovuto ricalibrare i miei obiettivi, non sono riuscito a coronare il mio sogno di diventare un atleta professionista, ma ho deciso di vedere lo sport da un’altra prospettiva”. Forza, determinazione e passione sono la chiave del successo: valori che solo lo sport è in grado di trasmettere, e Roberto ne è l’esempio vivente.

Come descriveresti il tuo lavoro?
“In continua evoluzione”, afferma senza alcun dubbio. “Appartengo alla più moderna generazione di preparatori fisici, ma ogni giorno è necessario mettersi in gioco, adattare gli allenamenti agli atleti e agli obiettivi stessi”. Il lavoro è una continua ricerca della soluzione migliore, si basa sull’integrazione di moduli interdisciplinari volti ad un unico obiettivo: il massimo della prestazione fisica degli atleti in inverno. “Dalla mia esperienza personale ho potuto osservare l’evoluzione positiva che la preparazione atletica ha avuto nel corso degli anni, anche confronto a quando, 15 anni fa, mi allenavo io per le gare invernali”. Ecco che nasce la necessità di adattare e personalizzare ogni singola sessione, di lavorare con un programma strutturato e a lungo termine, frutto della sinergia tra allenatori di sci, famiglie, psicologi, nutrizionisti e, ovviamente, atleti.

Quale è il tuo motto?
“Se vuoi puoi, testa bassa e menare!” - ecco come sprona i suoi ragazzi a dare sempre il meglio, a riscoprire il piacere della fatica, l’insegnamento delle sconfitte e la gioia delle vittorie. Ogni ragazzo ha i mezzi necessari al raggiungimento dei propri obiettivi, il compito di chi gli sta intorno è dare la possibilità di scoprire e implementare tali mezzi per raggiungere gli obiettivi.

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